Economia in Sardegna
Il decollo industriale della Sardegna si ebbe a partire dal 1951 quando una
particolare commissione di studi, lungamente attesa e prevista negli accordi
inerenti allo Statuto speciale (art.13), fu incaricata di elaborare un piano di
sviluppo economico nei vari settori produttivi dell'economia isolana. Molto
lentamente tale commissione si mise in moto e solo nel 1958 presentò il rapporto
finale, o meglio un'ipotesi di sviluppo. Le conclusioni di tale organismo però
apparvero inadeguate alle necessità di sviluppo dell'Isola e nel 1959 fu
costituita un'altra Commissione, con lo scopo di elaborare un piano più preciso
che fu poi presentato l'anno successivo. Questa relazione finale evidenziava 18
settori economici prioritari ed in particolare quello industriale, con un
investimento per lo Stato minore di quello previsto dalla precedente
Commissione. Finalmente il 17 gennaio 1961 il Governo italiano presentò in
Parlamento un progetto di legge che dopo varie modifiche e dibattiti, fu
approvato e successivamente, il 2 giugno 1962 fu promulgata la legge chiamata
Progetto straordinario per promuovere lo sviluppo economico e sociale della
Sardegna in esecuzione dell'Articolo 13 dello Statuto costituzionale n.3 del 26
febbraio 1948. Dopo sedici anni dall'apertura delle negoziazioni tra Stato e
Regione, nasceva il Piano di Rinascita. Nel periodo posteriore al 1945,
l'evolversi dell'economia isolana si divide in tre momenti distinti: tra il 1945
ed il 1955, l'Isola si adatta progressivamente alle condizioni ed al modo di
vivere del resto del Paese.; nel corso della seconda fase, tra il 1956 ed il
1966, la situazione economica cambia molto rapidamente modificando
considerevolmente il tessuto sociale; la terza fase (fino ai nostri giorni) si
caratterizza, nonostante gli errori e i ritardi nell'attuazione del Piano di
Rinascita, in un rimarchevole progresso economico e sociale con un incremento
considerevole della popolazione. Progressivamente l'analfabetismo diminuisce e
l'educazione scolastica migliora notevolmente. Le linee telefoniche, gli
elettrodomestici, le automobili, si diffondono in maniera considerevole e i
quotidiani hanno grande diffusione mentre aumentano le linee marittime e i
trasporti aerei.
Ripartizione in percentuale degli addetti nei diversi settori economici.
[modifica] Dati economici
Oltre al commercio, al pubblico impiego e alle nuove tecnologie, l'attività
trainante dell'economia è il turismo, sviluppatosi inizialmente lungo le coste
settentrionali dell'Isola. Il terziario è il settore che occupa il maggior
numero di addetti; gli occupati sono ripartiti nei tre settori nelle seguenti
percentuali:
* 8,7% al primario;
* 23,5% all'secondario;
* 67,8% al terziario.
Il tasso di disoccupazione sull'Isola nel 2007 (secondo l'ISTAT) si attestava
sull'8,6%, nell'ultimo trimestre del 2008 il tasso è lievitato al 10,8%, ed è
riconducibile alla recessione economica internazionale. La Sardegna ha il
reddito pro capite più elevato tra le regioni del Mezzogiorno, con 16.280 euro,
inferiore, però, del 13% rispetto alla media nazionale.