Appunti
sull'intelligenza e sul Q.I.
DEFINIZIONE DI INTELLIGENZA
(ANIMALE):
L'intelligenza è l'insieme delle
funzioni conoscitive, adattative e immaginative, generate
dall'attività cerebrale attraverso proprie connessioni neurali.
L'intelligenza è anche correlata alle capacità d'apprendimento
dell'individuo. È altresi definibile come la capacità innata di
comprendere (e/o di rielaborare) le cose.
Valutazione dell'intelligenza:
Se l'intelligenza è una qualità,
potrà, attraverso appositi metodi, essere valutata,
ma sarà sempre una valutazione limitata ai parametri del sistema
valutatore.
Il primo ad affrontare rigorosamente il problema fu Binet nel 1904:
basandosi sul concetto di sviluppo mentale del bambino, sviluppò una
serie di prove, a difficoltà crescente, adatte alle diverse età dei
bambini, tra i 3 e i 12 anni. Ognuna di queste prove era
caratteristica di una determinata età, determinando così una scala
di reazione, che valutava l'intelligenza del bambino.
Questa era la scala di Binet-Simon, successivamente rivista da
Terman. In questa scala, ad esempio, si chiede ad un bambino di tre
anni di rispondere indicando alcune parti del corpo, nominare
oggetti familiari, enumerare gli oggetti in un figura, dire il
proprio sesso, dire il nome della propria famiglia, ripetere una
frase di sei-sette sillabe.
Età mentale e quoziente
intellettivo:
Le scale di reattivi permettono di
conoscere l'età mentale del bambino e stabilire il suo livello
intellettivo. Un bambino che non sia in grado di affrontare e
superare la prova della scala per la sua età, avrà un età mentale
inferiore, basata sull'ultima prova superata.
Nel caso superi la prova e superi anche prove successive, la sua età
mentale sarà superiore a quella normalmente accertata nella media
dei bambini della sua età. Binet indica che un'età mentale con un
divario negativo superiore ai due anni rispetto all'età cronologica
deve essere considerata patologica.
Un'altro metodo, più corretto, per misurare l'intelligenza è il
quoziente d'intelligenza (QI), determinato dall'età mentale divisa
per l'età cronologica moltiplicata per 100. Un valore inferiore a 70
indica una deficienza mentale, un valore superiore a 140
un'intelligenza eccezionale.
Intelligenza e patrimonio
culturale:
Età mentale e quoziente
d'intelligenza permettono di misurare il grado di sviluppo mentale
raggiunto dal soggetto. La nostra intelligenza non aumenta per tutta
la vita, ma raggiunge il suo massimo in un'età compresa tra i 15 e i
20 anni, dopo di che resta pressoché stabile. Questa affermazione
può sembrare in contrasto con la constatazione che un individuo di
quarant'anni riesce spesso a risolvere nuovi problemi più
rapidamente di uno di vent'anni. Tuttavia, quest'ultimo aspetto non
è direttamente legato all'intelligenza, quanto al complesso delle
conoscenze che l'individuo ha raggiunto nell'arco della sua vita,
sia attraverso la scuola che tramite l'esperienza quotidiana. In
questa situazione un quarantenne avrà "immagazzinato" più
informazioni rispetto ad un ventenne e supererà le nuove prove più
rapidamente grazie alla sua esperienza.
Occorre a questo punto distinguere il patrimonio culturale
dall'intelligenza: avere un buon patrimonio culturale non significa
necessariamente essere dotato di pari intelligenza.
Quoziente intellettuale
nell'adulto:
Quanto indicato precedentemente nel
calcolo del quoziente d'intelligenza del bambino, non vale per
l'adulto, proprio perché l'intelligenza non aumenta più, mentre
l'età anagrafica continua a crescere, abbassando notevolmente il QI.
Per la misura del quoziente d'intelligenza in un adulto si ricorre
al metodo statistico, facendo riferimento ad un valore medio, da cui
l'individuo si discosta, tramite le risposte indicate in un test.
Uno dei testi più usati è il test di Wechsler-Bellevue.
La teoria delle intelligenze
multiple:
L'efficacia del test tradizionale di
misurazione del QI è stata con il tempo fortemente ridimensionata.
Un importante psicologo, nonché neurologo, Howard Gardner, distingue
ben 7 tipi fondamentali di intelligenza, localizzati in parti
differenti del cervello, di cui fa parte anche l'intelligenza
logico-matematica (l'unica su cui era basato l'originale test di
misurazione del QI).
Ecco, qui di seguito, i 7 macro-gruppi intellettivi:
L' Intelligenza logico-matematica, coinvolge sia la parte sinistra,
che ricorda i simboli matematici, che quella destra, nella quale
vengono metabolizzati i concetti, del nostro cervello. È
l'intelligenza che riguarda il ragionamento deduttivo, la
schematizzazione e le catene logiche.
L' Intelligenza cinestetica coinvolge il cervelletto, i gangli
fondamentali, il talamo e vari altri punti del nostro cervello. Chi
la possiede ha una padronanza del corpo che gli permette di ben
coordinare i movimenti.
L' Intelligenza spaziale sembra far riferimento maggiormente
all'emisfero destro. Concerne la capacità di percepire forme ed
oggetti nello spazio. Chi la possiede, normalmente, ha una forte
memoria per dettagli ambientali, luoghi e percorsi.
L' Intelligenza linguistica che pare avere la sua fonte
nell'emisfero sinistro del cervello ed in particolare nella zona di
Broca. È l'intelligenza legata alle capacità di utilizzare un
vocabolario chiaro ed efficace. Chi la possiede solitamente sa
variare il suo registro linguistico in base alle necessità ed ha la
tendenza a riflettere sul linguaggio.
L' Intelligenza personale che coinvolge tutto il cervello, ma
principalmente i lobi pre-frontali. È suddivisa in intrapersonale,
che si riferisce alla coscienza di sé, e interpersonale, che
riguarda la capacità di relazionarsi con gli altri e di creare
empatia.
L' Intelligenza musicale normalmente è localizzata nell'emisfero
destro del cervello, ma, le persone con cultura musicale, elaborano
la melodia in quello sinistro. È la capacità di riconoscere i toni e
le armonie.
L' Intelligenza naturalistica, tipica di chi ha il cosiddetto
pollice verde.
N.B. Goleman ha aggiunto a queste intelligenze quella emozionale.
Bisogna anche aggiungere l'intelligenza che controlla l'olfatto e il
gusto, facoltà essenziali per tutti gli animali in quanto sono i
sensi che permettono di percepire direttamente le sostanze chimiche
utili per l'alimentazione, la riproduzione, la marcatura del
territorio, il riconoscimento e la comunicazione coi cospecifici.
Nell'uomo, benché l'olfatto e il gusto siano sensi poco sviluppati,
si ha comunque la facoltà di riconoscere un gran numero di sostanze
attraverso il loro odore. Nel cervello umano la zona che controlla
l'olfatto è il nucleo olfattivo, che si trova alla base del
cervello, vicino ai centri emozionali e della memoria. La capacità
degli odori di evocare ricordi è stata indagata nell'opera
letteraria di Marcel Proust.
Sebbene queste capacità siano più o meno innate negli individui, non
sono assolutamente statiche e possono essere sviluppate attraverso
gli anni mediante l'esercizio.
Intelligenza umana in confronto a
quella animale:
L'uomo non è molto più intelligente
degli altri primati come gli scimpanzé o i gorilla, infatti bambini
abbandonati in tenera età e cresciuti in luoghi selvaggi non
riescono a sviluppare mai abilità tecniche che li differenziano
dagli animali. La superiorità dell'uomo è dovuta soprattutto al suo
continuo sviluppo culturale, cioè all'intelligenza collettiva
veicolata dal linguaggio.
Questa teoria è tutta da dimostrare: non spiega, ad esempio, perché
prendendo dei primati alla nascita ed applicando loro metodi
educativi umani essi non sviluppino alcun aumento dell'intelligenza
che li avvicini all'essere umano. Il linguaggio stesso è
praticamente assente nei primati, se non in una forma estremamente
primitiva non molto diversa da quella di altri mammiferi come cani o
gatti: eppure tutti loro hanno una storia evolutiva molto più lunga
di quella umana.
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