Oltre il 30 per cento dei tumori è legato all’alimentazione: ci sono cibi, come frutta e verdura, che hanno un valore protettivo. Altri, come i grassi e la carne, che invece li favoriscono. Sottolinea il dottor Ciappellano, medico nutrizionista
«Sono soprattutto le diete ripetitive, squilibrate, troppo energetiche, composte in prevalenza da alimenti di origine animale e povere di vegetali quelle più a rischio»
I tumori infatti hanno un decorso molto lento: possono impiegare anni prima di svilupparsi. Per questo, più che il singolo alimento in sé, sono le abitudini continuative a incidere maggiormente sul rischio tumorale. Non è grave se qualche volta si eccede con un alimento “a rischio“. Il problema è semmai quando lo stesso cibo diventa il “pane” quotidiano. Aggiunge il nutrizionista
«Anche un eccesso di calorie è un fattore di rischio. Perché nei cibi troppo calorici, in genere, ci sono poche scorie, poche fibre alimentari»
E quando queste sostanze di scarto vengono meno, il transito delle feci all’interno dell’intestino rallenta. Con la conseguenza che tutto ciò che finirebbe eliminato, in condizioni di transito regolare, quando la velocità si riduce rimane più tempo a contatto con l’intestino.
«Ci sono sottoprodotti della digestione che l’organismo non dovrebbe assorbire, perché tossici, cancerogeni o allergizzanti, come alcuni derivati dalla demolizione delle proteine»
Zuccheri semplici, grassi raffinati e alcolici, per esempio, sono calorie “vuote”, senza nessun altro principio utile all’organismo: inoltre non contengono fibra, e pertanto riducono il volume delle feci. Precisa
«Anche la velocità con cui si mangia è importante per esempio: tra un piatto di caprese, accompagnata da un pezzo di pane, e un panino con mozzarella e pomodoro c’è una bella differenza, pur essendo lo stesso, dal punto di vista della qualità e della quantità di cibo».
La prima si mangia con calma, seduti, rilassandosi e masticando più lentamente. Il panino invece, di solito, si ingurgita. Così facendo lo stomaco non è adeguatamente preparato a ricevere cibo, è costretto a lavorare di più e più in fretta. E la digestione rallenta, così come il passaggio successivo, cioè il transito intestinale, con un rischio aumentato di provocare danni al sistema gastrointestinale.
Uno studio italiano, pubblicato sulla rivista Annals of oncology, ha dimostrato che il rischio di tumore in chi consuma mele tutti i giorni si riduce del 21 per cento per il cancro del cavo orale, del 25 per cento per quello esofageo, del 20 per cento per il colon retto, del 18 per cento per tumore alla mammella,del 15 per cento per il cancro delle ovaie e del 9 per cento per quello della prostata. Si pensa che le mele svolgano questo effetto protettivo grazie ai polifenoli, antiossidanti naturali, di cui sono ricche.