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I mass-media hanno messo in evidenza i risultati di uno studio che “celebra” le doti del cioccolato per quanto riguarda la protezione dalle malattie cardiovascolari e dall’ictus. In breve la revisione sistematica delle ricerche pubblicata sul British Medical Journal analizza i risultati di oltre 100.000 persone di cui sono stati rilevati i consumi di cioccolato per un periodo che va, a seconda dei casi, da 8 a 16 anni. Si conclude che le persone che mangiano più cioccolato hanno una riduzione del 37% delle malattie cardiovascolari rispetto a chi consuma poco cioccolato. In aggiunta si è osservata una riduzione del 29% dell’ictus.

Nessun vantaggio si è registrato invece per quanto riguarda l’incidenza dell’ insufficienza cardiaca. I dati riportati sono in armonia con precedenti studi che avevano valutato parametri di minore importanza e possono trovare una plausibilità nel fatto che il cioccolato contiene flavonoidi e derivati xantinici, come la teobromina, che potrebbero esercitare attività anti-ipertensiva, antinfiammatoria, antiaterogena e antitrombotica.
Possiamo quindi incoraggiare il consumo di molto cioccolato perché così avranno meno malattie cardiovascolari? La risposta è ancora molto dubbia per una serie di ragioni. La prima è che si tratta di studi osservazionali che hanno seguito gruppi di persone a cui si facevano registrare i consumi di cioccolato e prodotti affini (thè, caffè) e alla fine si valutavano i risultati confrontando gruppi che avevano consumato quantità diverse di cioccolato. Gli studi osservazionali sono meno affidabili degli studi clinici controllati che vengono ritenuti il modo migliore per studiare l’efficacia di un trattamento (gold standard). La revisione sistematica ha un altro punto di debolezza, rappresentato dal fatto che si tratta solo di sette studi con un alto livello di eterogeneità nel disegno, nei parametri valutativi e nei criteri che definiscono i vari gruppi a basso o alto consumo di cioccolato. Per fare un esempio: in uno studio i gruppi erano divisi in chi consumava cioccolato meno di una volta alla settimana e chi ne consumava più di una volta. In un altro studio i “forti” consumatori erano considerati coloro che consumavano cioccolato più di cinque volte alla settimana oppure più di 7,5 grammi al giorno. Non tutti gli studi erano positivi: due dei sette studi erano negativi ed erano proprio i due studi più numerosi (64.000 dei 110.000 partecipanti totali). E’ probabile inoltre che altri studi negativi non siano stati pubblicati. Un’altra complicazione era data dal fatto che in tre studi si trattava di pazienti che assumevano farmaci cardiovascolari perché avevano già malattie cardiovascolari. Un altro limite consiste nel fatto che non si è tenuto conto del tipo di cioccolato assunto, mentre è noto che esistono molti succedanei del cioccolato e percentuali diverse di cacao presenti nei vari prodotti. Infine, va ricordato che il cioccolato è ricco in zucchero e grassi con un contenuto calorico di 500 Kcal per ogni 100 grammi. Ciò può determinare nel tempo obesità e diabete. La mancanza di effetti sull’insufficienza cardiaca potrebbe esserne la conseguenza.
Per il momento quindi è meglio rimanere critici. Parecchi elementi di incertezza impediscono di suggerire un alto consumo di cioccolato. E’ meglio rispettare la vecchia regola della moderazione anche per questo piacevole cibo.

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