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Sicuri in termini di rischio cancerogeno; con effetti positivi sul metabolismo, tra cui la perdita di peso, nonche’ protettivi dal diabete. Disco verde per gli edulcoranti, quei dolcificanti presenti in cibo e bibite tra i quali l’aspartame e’ il piu’ diffuso, a Madrid in un convegno nell’ambito del Fens, l’11/mo Congresso europeo sulla nutrizione. Un ruolo quello dei dolficicanti artificiali, come ha ricordato l’epidemiologo dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri Carlo La Vecchia, messo in discussione negli anni ’70 quando si evidenziarono tumori alla vescica nei roditori sottoposti a dosi molto elevate di saccarina,

centinaia di volte maggiore del consumo umano, fino pero’ alla sottoclassificazione e quindi fine-allerta degli anni ’80 da parte delle agenzie di regolamentazione, l’Efsa e la Fda.

L’insieme dei dolcificanti, e la saccarina in particolare, sono stati molto studiati dalla comunita’ scientifica internazionale: e’ un consumo, ha ribadito La Vecchia , che non presenta ”alcun rischio, e non c’e’ differenza tra saccarrina e gli altri edulcoranti, neanche guardando al peso corpóreo, sesso, eta’, dei soggetti. Nessuna differenzia anche in presenza di fattori di rischio, come il fumo. E’ lo zucchero piuttosto a non far bene. I dolcificanti non hanno alcun impatto sulla salute, e senza dubbio sono meglio dello zucchero. E’ anche assurda – a giudizio dell’epidemiologo – tanta attenzione sul consumo o meno di una bustina di dolcificante, se poi cresce il numero dei fumatori, e si hanno giovani che bevono in maniera smisurata. Fumo ed eccesso di alcol sono i principali fattori di rischio cancerogeno”.

A mettere in luce, nella stessa sessione scientifica, gli effetti protettivi sul diabete e la correlazione con la perdita di peso corporeo e’ la relazione di Pilar Riobo’, endocrinologa spagnola dell’ospedale Fundacion Jimenez Diaz-Capio. A partire dagli anni ’70, l’industria Usa ha diminuito progressivamente l’uso di zucchero per sostituirlo con fruttosio, aspartamente, acesulfame-k, neotame, e piu’ recentemente con un prodotto di derivazione vegetale, lo Stevia. L’Efsa, ha poi ricordato la ricercatrice spagnola, ha definito valori di consumo umano ”accettabili” molto rassicuranti: 20 lattine di diete cola per l’aspartame, da 9 a 12 bustine di dolcificanti per la saccaria, da 30 a 32 lattine di diet lemon soda per l’acesulfame-k, 6 lattine di diet cola per sucralosio. ”Gli edulcoranti – ha sottolineato Riobo’ – hanno un potenziale di benefici in termini di chilocalorie (Kcal): uno yogurt alla frutta con zucchero ‘pesa’ 207 kcal, mentre coi dolcificanti 81 kcal; una lattina di soft drink con zucchero 145 Kcal, senza 2 Kcal. Il peso del corpo, secondo diversi studi osservazionali (no trials clinici), scende da 1 a o,3 Kg in una dieta a dolcificanti di dieci settimane, mentre nello stesso breve periodo che assume cibo o bevande zuccherate aumenta almeno 1,3 Kg. Evidenziando inoltre un potenziale effetto incretinico del cibo con edulcoranti, sulla base della stimolazione registrata degli ormoni Glp-1 e Gip normalmente secreti dall’intestino quando si mangia. La conseguenza di questo effetto e’ l’appagamento del senso di fame, la stimolazione della risposta insulinica dalle cellule Beta, l’inibizione delle secrezioni di glucagone dalle cellule alfa. Il tutto sulla base di una ingestione da parte di volontari di diet soda con verifica successiva delle secrezioni di Glp1 che aumentando risulta preventivo del diabete. L’uso degli edulcoranti – ha concluso la ricercatrice – preserva il piacere e il gusto del regime alimentare e pone le basi per la perdita di peso corporeo, senza alcuna evidenza di stimolazione dell’appetito”.(ANSA)

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